La voce al primo vagito fu chiara protesta,
non bevve dal materno, tracciando nella carne
un’altra via, guerriera senza fallo
E scavava, macerando stagioni,
rompendo acque di generazioni,
Metamorfosi, profezie vicine allo sterno.
Destini
/-|-\
vegliarde in campo mi conoscete?
Maestrale apre sterrati, avamposti di solitudine,
voci di bosco ruminanti, nell’onda d’urto
tracimAzione in corpo, eccedenza di crisalide,
fino all’anarchia nuda…
… amore ab origine, aveva orizzonti di arcano,
res cottidianae per terre fiaccate, calcaree
tra acque e deserti dove il fuoco corre,
macinando esistenze, in stanze somiglianti,
zolle, ricomposte da una stessa ferita, sorelle… *
Maria Grazia Palazzo - È nata in valle d’Itria a Martina Franca (Ta) nel 1968 e vive dal 2006 a Monopoli (Ba). Ha esercitato la professione di avvocata per oltre 20 anni. Con la maternità adottiva, ha intrapreso un nuovo percorso di studi, tra studi di genere e teologia. Attualmente è insegnante precaria nella scuola. Ha pubblicato in poesia: Azimuth, (LietoColle Editore 2012), In punta di Piedi (Terra d’Ulivi Edizioni 2017), *Andromeda (i Quaderni del Bardo 2018), Toto Corde (la Vita Felice 2020), Stanza d’Anima (Collettiva Edizioni 2022).
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